La riforma Gelmini: aspetti di novità 

 

L’ISTRUZIONE TECNICA :

 

il regolamento sul riordino degli istituti tecnici collega la nuova identità degli istituti tecnici con gli orientamenti e gli indirizzi dell’unione europea in merito a :

 

v      “competenze chiave per l’apprendimento permanente” (18 dicembre 2006)

 

 L’Istituto ha sviluppato nel triennio 2006 - 2008 ultimi, a livello sperimentale, un progetto di  didattica per competenze rivolta ad un  biennio del corso geometri; questa esperienza costituisce un patrimonio prezioso di metodologie innovative ai cui tutti i consigli di classe del biennio possono fare riferimento per attuare, secondo le indicazioni ministeriali, le nuove linee guida nei piani di studio del biennio.

In tutte le classi del biennio nei “Pof di classe” e nei “Pof di disciplina” la declinazione degli obiettivi didattici ed educativi avviene per  Competenze di cittadinanza e disciplinari relative agli assi culturali.

Tale esplicitazione di competenze non è solo una dichiarazione di intenti ma viene praticata nella didattica quotidiana: nelle riunioni di programmazione a livello di disciplina si procede in modo parallelo sulle classi 1^ e 2^ in modo da permettere un confronto in itinere proficuo e indispensabile per l’attività di recupero.

 

v      “quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente” ( 23 aprile 2008)        attraverso l’esplicitazione  analitica di titoli di studio, qualifiche e competenze

 

il rinnovamento degli istituti tecnici va inquadrato, quindi, all’interno della cooperazione europea   per la costituzione di un sistema condiviso di istruzione e formazione tecnico-professionale

 

L’attenzione è rivolta ai  risultati di apprendimento piuttosto che alla durata degli studi (numero di anni), alle    modalità o alle situazioni di apprendimento o alle modalità di insegnamento. Al centro del curricolo è posta, quindi, la persona che apprende, indipendentemente dal tipo di percorso seguito per apprendere.

 

L’equivalenza formativa  di tutti  i  percorsi ha il fine di:

 

v      valorizzare i diversi stili di apprendimento degli studenti

v      dare una risposta articolata alle domande del mondo del lavoro e delle professioni 

 

 la diversificazione dei percorsi di istruzione e formazione ha proprio lo scopo di valorizzare le diverse intelligenze e vocazioni dei giovani pur garantendo  a ciascuno   la possibilità di acquisire una solida ed unitaria cultura generale per divenire cittadini consapevoli, attivi e responsabili.

 

Il rilancio dell’istruzione tecnica si fonda sulla consapevolezza del ruolo della scuola anche per il progresso economico e sociale; richiede perciò il superamento di concezioni culturali fondate su un rapporto sequenziale tra teoria/pratica e sul primato dei saperi teorici

 

I percorsi degli istituti tecnici sono connotati da una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento, l’applicazione di linguaggi e metodologie correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del paese.

 

Tale base ha l’obiettivo di far acquisire agli studenti sia conoscenze teoriche e applicative spendibili in vari contesti di vita, di studio e di lavoro sia abilità cognitive idonee per risolvere problemi, sapersi gestire autonomamente in ambiti caratterizzati da innovazioni continue

 

Per raggiungere tali finalità  sono evidenziate indicazioni a livello metodologico quali:

Þ     il laboratorio come metodologia di apprendimento

Þ     l’integrazione delle scienze

ed è prevista l’istituzione di organismi quali:

Þ     i dipartimenti

Þ     il comitato tecnico scientifico

Þ     l’ufficio tecnico

 

Il laboratorio come metodologia di apprendimento

L’attività di laboratorio, condotta con un approccio operativo ai processi tecnologici, può   coniugare l’attitudine degli studenti alla concretezza e all’azione con la necessità di far acquisire loro i quadri concettuali che sono indispensabile per l’interpretazione della realtà e la sua  trasformazione. La didattica di laboratorio facilita l’apprendimento dello studente in quanto lo  coinvolge anche dal punto di vista fisico ed emotivo nella relazione diretta e gratificante con i  compagni e con il docente.

 

L’integrazione delle scienze

Le scienze integrate non vanno intese come una nuova disciplina, nella quale si fondono

discipline diverse, ma come l’ambito di sviluppo e di applicazione di una comune metodologia di insegnamento delle scienze.

 

I dipartimenti

la progettazione formativa è sostenuta da forme organizzative che pongano, al centro delle strategie didattiche collegiali, il laboratorio e la didattica laboratoriale, la costruzione dei percorsi di insegnamento/ apprendimento in contesti reali, quali l’alternanza scuola-lavoro, il raccordo con le altre istituzioni scolastiche (reti) e con gli enti locali (convenzioni), anche per realizzare progetti condivisi.

 

Il comitato tecnico scientifico

Gli istituti tecnici  possono dotarsi di un comitato tecnico scientifico (CTS) composto da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica.

Il CTS è lo strumento per consolidare i rapporti della scuola con il mondo del lavoro e delle professioni e sviluppare le alleanze formative

 

L’interazione con il mondo produttivo e il territorio, pilastro dell’istruzione tecnica fin dalla nascita, è strategica per gli istituti tecnici, perché facilita uno scambio di informazioni  continuamente aggiornato relativamente a:

 

Þ     fabbisogni professionali e formativi delle imprese,

Þ     reale  "spendibilità" dei titoli di studio nel mercato del lavoro

Þ     prospettive di sviluppo delle  professioni,

Þ     competenze specifiche richieste dal sistema produttivo

Þ     condizioni migliori  per organizzare efficacemente gli spazi di autonomia e di flessibilità che tali scuole hanno a  disposizione.

 

La possibilità di istituire un comitato tecnico-scientifico ci permetterà, nel tempo, di formalizzare ed istituzionalizzare le attuali numerose collaborazioni ed interazioni con le rappresentanze delle professioni e delle imprese del territorio, come del resto è avvenuto dal 1937 al 1975 con quell’organismo che allora si chiamava “consiglio di amministrazione” e che poi ha continuato ad esistere in termini informali.

 

L’ufficio tecnico

Gli istituti tecnici per gli indirizzi del settore tecnologico sono dotati di un ufficio tecnico con il  compito di “sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori a fini didattici e il loro adeguamento in relazione alle esigenze poste dall’innovazione tecnologica, nonché per la    sicurezza delle persone e dell’ambiente”.