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Giovanni
Boccaccio Le opere |
Riportiamo, qui di seguito, l’elenco e qualche notizia sulle opere minori di Boccaccio.
Caccia di Diana
Poemetto in versi, è composto da diciotto brevi canti, ed è stato scritto probabilmente a Napoli tra il 1333 e il 1334. Boccaccio con questa opera rende omaggio alle più belle donne napoletane del suo tempo e v'inserisce anche un elenco. Tra esse compare una "bella donna"che i biografi di Boccaccio identificano come un amore precedente l'incontro con Fiammetta, donna che rappresenta il mito amoroso in parecchie opere dello scrittore.. La trama è questa: in una meravigliosa giornata di sole Boccaccio, preso da pensieri d'amore,vede le più belle donne di Napoli riunite su invito di Diana, la dea della caccia. Guidato dalla donna amata da Boccaccio, il gruppo di belle donne entra in un boschetto e le giovani si bagnano in un'acqua limpidissima per farsi più belle. Poi,divise in quattro gruppi, iniziano la caccia sotto la guida di Diana. Finita la battuta, Diana chiede alle donne di sacrificare le prede a Giove e di dedicare la loro vita alla castità. Ma l'amata di Boccaccio si oppone e dice che altri sono i loro desideri; Diana sparisce e compare Venere, dea dell'amore e della bellezza, che trasforma gli animali catturati in bellissimi uomini. Tra i personaggi c'è anche Boccaccio,che osserva la scena sotto forma di cervo.
Il filocolo
Il "Filocolo"("fatica d'amore") è un romanzo in cinque libri, scritto a Napoli tra il 1336 e il 1339. L'opera, dice l'autore, è scritta per desiderio di Fiammetta che, sapendo la storia di Florio e Biancofiore, ne ha chiesto a Boccaccio una traduzione in italiano.La storia è questa: Quinto Lelio degli Scipioni è in viaggio con la moglie Giulia Topazia verso il santuario di Compostella, quando è assalito dalle truppe del re Felice. Il nobile e la sua scorta vengono uccisi e la moglie viene portata a corte dove muore dando alla luce Biancofiore. Nello stesso giorno, nasce il figlio del re Felice, Flavio. Una volta cresciuti, Biancofiore e Flavio si innamorano ma alla loro unione si oppone il re Felice, che dice che la ragazza non è nobile quanto il figlio; ma il sovrano non riesce a separare i due innamorati e vende Biancofore a dei mercanti che la portano schiava ad Alessandria d'Egitto. I genitori dicono a Flavio che Biancofiore è morta, ma il ragazzo non crede alle loro parole e, assunto il nome di Filocolo ("fatica d'amore"); parte alla ricerca dell'amata. La scopre in una torre di Alessandria e la raggiunge nascosto in un cesto di rose. I due innamorati vengono scoperti da un ammiraglio e condannati a morte, ma viene in aiuto dei due giovani Venere che li salva. L'ammiraglio scopre che Flavio è suo nipote e dunque Biancofiore è nata da una famiglia nobile. L'ammiraglio acconsente quindi al matrimonio dei giovani; essi partono per la Spagna dove Flavio si converte al cristianesimo. Successivamente i due giovani si riconciliano con i genitori di Flavio e anche re Felice si converte al cristianesimo prima di morire e lasciare il trono al figlio.
Filostrato
E' un poemetto scritto a Napoli intorno al 1335 ed è composto da nove cantari in ottave, strofe di otto versi endecasillabi con rima ABABABCC, usate per la prima volta da Boccaccio e destinate a diventare il metro tipico dei poemi epico – cavallereschi dei secoli successivi.
E' dedicato ad una fanciulla di nome Filomena, dietro la quale si nasconderebbe una certa Giovanna, forse un amore del poeta. Questa, in sintesi, la trama: il figlio di Priamo, Troiolo, si innamora, ricambiato, di Criseida, figlia di Calcante, che ha tradito la patria per allearsi con i Greci. La loro storia d'amore finisce quando il padre di Criseida, durante uno scambio di prigionieri, costringe la figlia a lasciare Troiolo e a seguirlo. Nonostante la fedeltà tra i due innamorati, Criseida viene conquistata da Diomede. Troiolo, saputolo, va a combattere per uccidere Diomede, invece gli viene tolta la vita da Achille.
Teseida delle nozze di Emilia
E' l'ultima opera scritta a Napoli (tra il 1339 e il 1340). E' un poemetto in versi composto da dodici libri in ottave. Questa la sintesi: Arcita e Palemone sono due giovani tebani, prigionieri di Teseo ad Atene, che si innamora di Emilia, sorella di sua moglie. In seguito, Arcita viene scarcerata, ma con l'obbligo di non tornare ad Atene, ma il suo amore è troppo grande e così decide di ritornare: travestendosi da valletto, riesce a rivedere la sua amata. Palemone, quando lo viene a sapere, si infuria e, preso dalla gelosia, riesce ad evadere dal carcere con lo scopo di trovare Arcita. Quando I due si incontrano, comincia tra loro una lotta furibonda. Durante il combattimento arriva per caso Teseo con la sua corte che interrompe lo scontro e invita i due giovani a sfidarsi in un duello regolare a cavallo: il vincitore diventerà il marito di Emilia. Arcita vince Palemone, ma Venere, la sua protettrice, fa cadere da cavallo il trionfatore che si ferisce gravemente. Arcita, in punto di morte, si fa promettere da Emilia che sposerà Palemone.
Ninfale d'Ameto
E' un romanzo prosimetro (misto di prosa e versi) composto a Firenze tra il 1341 e il 1342, dedicato all'amico Bortolo del Buono. Il romanzo è composto da cinquanta capitoli; la parte in prosa è intercalata con diciannove canti in terzine. La trama parla di un pastore di nome Ameto, innamorato di una ninfa cacciatrice di nome Lia (la ninfa è una divinità minore). Dopo la separazione nel periodo invernale, i due si ricongiungono durante la primavera, partecipano insieme alla festa di Venere, nella quale Lia racconta alle altre ninfe del suo amore per Ameto. Dopo essere stato immerso nell'acqua per
purificarsi, Ameto, diventato bellissimo, incontra Venere. Con il tramonto tutti ritornano nelle proprie case.
Amorosa visione
E' un poema scritto in versi: si tratta di cinquanta capitoli in terzine composti tra il 1342 e il 1343. Il Boccaccio in seguito ne farà una nuova versione negli ultimi anni della sua vita. In questo racconto, il protagonista è Boccaccio stesso, il quale si trova, insieme ad una bellissima donna, davanti ad un castello a due entrate, una grande e ampia, l'altra piccola e stretta. Boccaccio decide di entrare nella prima, dietro la quale gli si annunciano ricchezza e gloria. Di fronte ha cinque dipinti: la Sapienza, la Gloria, la Ricchezza, l'Amore e la Fortuna. Il poeta si spaventa dell'imprevedibilità della Fortuna e fugge, ma nel giardino verrà fermato da un gruppo di donne, tra le quali Fiammetta; quando i due stanno per abbracciarsi lei sparisce e il poeta si sveglia.
Elegia di Madonna Fiammetta
E' un romanzo scritto in prosa , in nove capitoli , a Firenze, tra il 1343 e il 1345. La vicenda tratta di una nobildonna napoletana , di nome Fiammetta, che si innamora di Panfilo, un giovane fiorentino, ma il suo amore viene ostacolato dal fatto che è già felicemente sposata. Fiammetta all'inizio si rassegna a rinunciare a questo amore, ma Venere la convince a seguire i suoi desideri. Il giovane fiorentino però viene richiamato nella sua città e da allora Fiammetta passa le giornate nella noia e nell'attesa, fino al giorno in cui scopre che il suo desiderato Panfilo sta per sposarsi felicemente a Firenze. Alla notizia che le viene data da una nobildonna, Fiammetta si dispera e arriva al punto di tentare il suicidio. Panfilo si sposa, e la giovane napoletana, salvata dalla morte, decide di andare a Firenze per rivedere il suo irraggiungibile amore e, con una scusa, riesce a farsi dare il consenso dal marito. Pronta per partire, viene a sapere dalla sua balia che un altro Panfilo è atteso a Napoli e questa notizia blocca la sua partenza Fiammetta si illude sia il suo amato, ma resta delusa perché era solo un omonimo .L'unica consolazione a questo dolore è il pensiero del viaggio.
Ninfale Fiesolano
E' un poemetto realizzato a Firenze tra il 1344 e il 1346, formato da sette canti in ottave .La vicenda tratta di un pastore di nome Africo, che si innamora di una divinità minore ,la ninfa Mensola, che secondo il culto di Diana deve essere vergine e pura. Africo cerca insistentemente Mensola che, al contrario, per stargli lontano arriva al punto di lanciargli delle frecce. Il giovane pastore non vuole ascoltare le parole del padre il quale ricorda la fine che aveva fatto il nonno Mugnone che, per un uguale motivo, era stato trasformato in fiume dalla dea Diana .Il giovane pastore, aiutato dalla dea Venere, si traveste da divinità minore, si avvicina alla sua amata , rivela la sua identità e la possiede . La giovane Mensola fugge, angosciata per il peccato commesso, e Africo, non trovandola più, si uccide vicino a un torrente che prende poi il suo nome. La giovane ninfa dà alla luce un bambino, e Diana, venuta a sapere il peccato di Mensola, la trasforma in un fiume che va a convergere nel torrente di Africo. Il povero bambino, chiamato Pruneo, viene affidato ai nonni. Pruneo diventa siniscalco ( cioè maggiordomo ) di corte. Con l'arrivo di Atlante, fondatore di Fiesole, le altre ninfe sono obbligate a unirsi in matrimonio con i pastori, e il padre di Africo assume il ruolo di consigliere del re. La stirpe discendente da Pruneo inizia ad abitare Fiesole che, in futuro, fonderà Firenze. Dopo la distruzione di Firenze, i discendenti di Pruneo torneranno in una nuova Fiesole che lasceranno poi ai tempi di Carlo Magno.
Corbaccio
E' una prosa narrativa scritta tra il 1354 e il 1365. Il nome deriva o da "corvo" o da "corbacho" ("frusta") , parola spagnola riferita al contenuto misogino (cioè rivolto contro le donne). Questa la sintesi. Il narratore viene respinto da una vedova, il cui marito morto gli appare in sogno e gli rivela la malvagia natura della dama. Lo spirito si fa promettere che l'autore scriverà un'opera contro le donne.
Trattatello in laude di Dante
L'opera, composta in tre redazioni , illustra una biografia spirituale di Dante e risale al 1350.
Esposizioni sopra la "Comedia" di Dante
Scritto nel 1373 –1374, è un testo in cui sono sviluppati gli appunti del Boccaccio sulle sue lezioni sulla "Divina Commedia" (fino al canto XVII dell'Inferno).
De Casibus virorum illustrium ("Vicende di uomini famosi")
Scritta in latino negli anni 1356-1360 in nove libri, l'opera narra le vicende dei personaggi antichi e moderni perseguitati dalla sorte e testimonia l’interesse dell’autore per il tema della potenza della fortuna.
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