E’
il più importante monumento romano in Sicilia;
viene costruita intorno al 293 d.C. per il tetrarca Massimiliano.
Il complesso, disposto su più livelli, aveva funzione sia
residenziale, che di centro economico ed amministrativo del latifondo.
I suoi quattro gruppi di edifici, con sale, peristili,
gallerie, terme e corridoi, presentano un ricco corredo visivo, la cui
iconografia è perfettamente in linea con la tradizione e costituisce un
documento fondamentale per la conoscenza della vita quotidiana: vi sono mosaici
che illustrano “l’otium”
di una famiglia imperiale (scene di danza, di caccia, di pesca e amorose), altri
che riutilizzano echi letterari in funzione decorativa (Polifemo) e altri ancora
a decorazione geometrica.
Il largo impiego del mosaico che abbellisce i pavimenti e le
pareti di questo straordinario complesso, offre un significativo spaccato sulla
tecnica musiva eseguita, con tutta
probabilità, da maestranze di provenienza nordafricana.
In età normanna, attorno al 1160, la villa viene
prima distrutta da un incendio e, successivamente compare sotto una
valanga di detriti (provenienti dal Monte Mangone) che la ricopre quasi
totalmente preservandola da ulteriori distruzioni fino a quando, alcuni scavi
archeologici, la riportano alla luce.
Gli scavi della Villa Romana del Casale sono cominciati già
alla fine del XIX secolo.
Ma solo negli anni cinquanta, dopo le ricerche condotte dall’archeologo Paolo Orsi
( 1929) e da Giuseppe Cultrera (1935/36), la
sistemicità di una nuova campagna di scavi, porta completamente alla luce
l’intero complesso.
Per quanto riguarda il committente della villa, vista la
grandiosità del complesso, unita allo spazio dei mosaici dei pavimenti, alla
sequenza Peristilio, Ambulacro, Basilica, al vestiario delle figure mosaicate,
all’ingresso a tre fornici molto somigliante agli archi di trionfo costruiti
per onorificiare gli imperatori, si tende a credere che la villa sia appartenuta
all’imperatore M. Valerio Massimiano,
componente del gruppo dei quattro Reggitori (Tetrarchico) che
governavano l’impero Romano.
Gaio Valerio Diocleziano, nato il 243 d.c., succeduto agli
imperatori Numeriano e Licino, si
comporta da despota e cerca di dare un assetto definitivo all’impero Romano.
Resosi conto che era impossibile per un uomo solo governarlo,
istituisce la Tetrarchia (dal greco tetra=
quattro e Archein=
governare).
Diocleziano associa nell’impero Massimiano, affidandogli il
comando delle regioni d’occidente e tenendo per se il comando delle regioni
d’oriente.
L’impero è diviso in 12 Diocesi governate dai vicari degli
imperatori.
Dopo che nel 305 d.c. Diocleziano e Massimiano si ritirano a
vita privata, i soldati nominano “Augusto
Costantino” mentre a Roma
si proclama tale “Massenzio”.
Questo fu un momento di caos, dal quale però emerge la
figura di Costantino che, dopo aver sconfitto Massenzio presso il monte Milvio,
a Roma nel 312 d.c. , piega anche Licino, figura emergente in oriente,
diventando così l’unico
imperatore romano.
Costantino, con un editto
del 313 d.c. , proclama la libertà di culto, e nel 330 d.c.
trasferiscono la capitale dell’impero a Bisanzio che, in suo
onore, prende il nome di Costantinopoli.
In questo periodo storico va collocata la costruzione della Villa Del Casale di Pazza Armerina.