La
capitale del Barocco Siciliano
In una regione in
cui abbondano olivi e mandorli, Noto è un piccolo gioiello barocco, arroccato
su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro , coperta di agrumi. La sua
bellezza, così armoniosa da sembrare la scena di un teatro, nasce da un fatto
tragico: il terremoto del 1693, che in questa parte della Sicilia porta
distruzione e morte, ma da impulso alla ricostruzione. Prima di allora, la città
sorge a 10 km di distanza. Per la riedificazione viene scelto un luogo meno
impervio e più vasto, che permetta la realizzazione di un impianto
semplice, lineare, con intersezioni ad angolo retto e strade parallele ed ampie
come vuole il nuovo gusto barocco. Tre le strade principali che corrono da est
ad ovest (via Cavour, corso Vittorio Emanuele, via Aurispa ), perché il
sole le illumini sempre. Tre le classi sociali che vi si stabiliscono:
la prima, più alta, viene destinata alla nobiltà, quella centrale, al clero,
l’ultima al popolo. Le costruzioni sono maestose, tutte edificate con la
tenera pietra calcarea locale color miele, che la luce del tramonto accentua.
Alla ricostruzione, condotta dal duca di Camastra, rappresentante del viceré
spagnolo, partecipano molti artisti siciliani, tra i quali PAOLO LABISI,
VINCENZO SINATRA e ROSARIO GAGLIARDI. La città viene riedificata come se fosse
una scenografia, studiando e truccando le prospettive in modo singolare,
giocando con le linee e le curvature delle facciate con le decorazioni delle
mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni e i putti, i balconi dai parapetti
in ferro battuto che si piegano in forme aggraziate e panciute.
L’asse principale è CORSO VITTORIO EMANUELE, scandito da
tre piazze, in ognuna delle quali si trova una chiesa. Piazza Immacolata è
coronata dalla facciata barocca di San Francesco all’Immacolata, opera
di Sinatra. Piazza municipio è delimitata a sinistra dalla facciata mossa di
Palazzo Ducezio, sede del Municipio e a destra dalla cattedrale, purtroppo e per
fortuna in completo restauro, dopo il crollo della cupola e di gran parte della
navata centrale, avvenuto nel 1996. Ai lati del duomo, si notano, il Palazzo
Vescovile e il Palazzo Landolina di Sant’Alfano. Piazza XVI Maggio è dominata
dall’elegante facciata convessa della chiesa di San Domenico, opera del
Gagliardi, caratterizzata da colonne sovrapposte che scandiscono i due ordini
divisi da una alto cornicione. Proseguendo lungo corso V. Emanuele, si
intravede, sulla destra Via Nicolaci chiusa, a monte dalla chiesa di
Montevergini e dalla facciata concava inquadrata tra due campanili, opera
di Sinatra. I due lati della via sono fiancheggiati da palazzi barocchi, tra i
quali spicca PALAZZO NICOLACI DI VILLADORATA dai balconi esuberanti con mensole
fantasiose a forma di putti, cavalli, sirene, leoni e figure grottesche.
Purtroppo, però, tra le caratteristiche della pietra
calcarea usata a Noto per le costruzioni, vi è anche la FRIABILITA’ ed, a
evitare che le città cada letteralmente a pezzi (nel 1996 per il cedimento
della navata maggiore, è crollata la cupola della cattedrale), sono oggi in
corso interventi di restauro e consolidamento.