La
città sorge sui contrafforti meridionali della montagna iblea.
Anticamente, nel luogo sorge l’agglomerato siculo noto come
HYBLA HERAEA. Scarse sono le notizie che si hanno della romana HIBLA che viene
rasa al suolo con tutta probabilità, dai Vandali.
Riedificato da coloni dalmati provenienti da Ragusa, viene
rafforzata da una cinta muraria in età bizantina per fronteggiare le ripetute
incursioni piratesche dei Saraceni.
Nella prima metà del IX secolo, la città cade in mano
araba. Con l’avvento dei Normanni viene eletta Contea. Infeudata ai
Chiaramente, passa agli Aragonesi e agli HENRIQUEZ.
Gravemente danneggiata dal sisma del 1542 e devastata da
quello del 1693, conosce profonde trasformazioni nell’assetto urbanistico.
Fino all’ultimo terremoto del 1693 Ibla e Ragusa sono unite
da un insieme di scale e ponti.
La spaccatura si crea dopo il terremoto.
La nobiltà dei Sangiorgiari sceglie di ricostruire nello
stesso sito, intorno alla basilica, mentre il Sangiovannari, devoti di San
Giovanni Battista, preferiscono spostarsi più in alto, creando così un nuovo
nucleo urbano, intorno alla chiesa del santo patrono.
Quando inizia la riedificazione nasce uno strano
connubio, che costituisce al contempo la peculiarità di questo luogo: una città
barocca (IBLA) che, al posto della linearità e della spaziosità dell’assetto
che solitamente accompagna gli edifici, si trova a fare i conti con le strette
stradine medievali che si intersecano a più riprese.
E’ una città nuova (RAGUSA) che, dal barocco
segue i dettami anche nell’impianto viario: strade ampie, rettilinee con
prospettive che inquadrano i nuovi monumenti, primo tra tutti il Duomo di San
Giovanni.
Ragusa, la città più alta e Ibla, riedificata sull’antico sito, rimangono indipendenti, sino al 1926, anno in cui riunite diventano capoluoghi di provincia.