L'obiettivo della "coesione economica e sociale"
Il trattato di Maastricht, che ha istituito l'Unione europea ed è entrato in vigore il 10 novembre 1993, fa della coesione economica e sociale un obiettivo prioritario della nuova Unione.
Esso mira ad assicurare la solidarietà comunitaria a favore dei paesi, delle regioni e degli strati della popolazione meno favoriti, alfine di:
Il Consiglio europeo di Edimburgo dell'11 e 12 dicembre 1992 ha concretizzato questa volontà politica, dotandola di notevoli possibilità di bilancio fino alla fine del 1999: 146,218 miliardi di ecu (ai quali vanno aggiunti 15,5 miliardi del Fondo di coesione)) ai prezzi del 1995verranno destinati nell'arco di sei anni (dal 1993 al 1999) a queste politiche di "ridistribuzione", assorbendo una parte sempre maggiore del bilancio comunitario.
Cronistoria delle azioni strutturali dell'Unione
1958 In origine, gli strumenti strutturali (CECA nel 1951, Fondo sociale europeo e Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia nel 1958) erano destinati ad accompagnare l'attuazione delle politiche comunitarie.
1975 In seguito al primo ampliamento della Comunità a tre nuovi Stati membri (Danimarca, Irlanda e Regno Unito), la creazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) introduce il concetto di "ridistribuzione"fra regioni ricche e regioni povere della Comunità.
1986 Per aiutare le regioni meridionali della Francia, dell'Italia e della Grecia a far fronte alla concorrenza proveniente dai nuovi Stati membri (Spagna e Portogallo), i Programmi integrati mediterranei (PIM) istituiscono, perla prima volta nella storia comunitaria, delle azioni concertate e coordinate pluriennali di sviluppo. Quasi 6,6 miliardi di ecu verranno destinati a queste regioni fra il 1986 e il 1992.
1987 L'Atto unico europeo, entrato in vigore il primo luglio, menziona,per la prima volta, la "coesione economica e sociale" come una priorità comunitaria.
1988 Il 13 febbraio, al Consiglio europeo straordinario di Bruxelles, i capi di Stato o di governo della Comunità adottano, su proposta del presidente della Commissione, Jacques Delors, un programma di azione che consente il raddoppio delle risorse di bilancio destinate alle azioni strutturali fra il 1987 e il 1992.
1989 Il 14 gennaio viene attuata una riforma degli strumenti strutturali.Essa applica il principio della programmazione pluriennale, definisce un ordine di priorità e istituisce un partenariato con gli Stati, le regioni e gli operatori economici e sociali interessati alla sua realizzazione.
1992 Il Consiglio europeo dell'11 e 12 dicembre 1992 decide un secondo pacchetto di misure strutturali valido fino al 1999. Per taluni paesi meno ricchi, queste misure consentono un nuovo raddoppio degli aiuti comunitari.
1993 Entrata in vigore del trattato sull'Unione europea.
Gli strumenti finanziari delle politiche strutturali
Per realizzare la coesione economica e sociale, l'Unione europea dispone di diverse politiche: la convergenza economica (presentazione ed esame dei programmi di convergenza degli Stati membri), l'unificazione del mercato interno europeo, le grandi reti europee e, infine, le azioni a finalità strutturale.Le azioni a finalità strutturale sono condotte essenzialmente attraverso strumenti di bilancio nonché attraverso le attività della Banca europea per gli investimenti (BEI) e della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA).
FESR
Fondo europeo di sviluppo regionale gestito dalla direzione generale della Commissione europea "Politiche regionali".Esso ha lo scopo di ridurre i dislivelli di sviluppo fra le regioni partecipando,nel quadro dei programmi stabilito con gli Stati membri e le autorità locali, al finanziamento:
FSE
Fondo sociale europeo: viene gestito dalla direzione generale della Commissione europea "Occupazione, relazioni industriali e affari sociali"(DG V). Esso interviene finanziando, nel quadro di programmi stabiliti con gli Stati membri e gli enti locali, programmi di formazione professionale e di adattamento alle trasformazioni industriali, nonché azioni a favore dell'occupazione.
FEAOG
Il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia viene gestito dalla direzione generale della Commissione europea "Agricoltura. Esso interviene partecipando al finanziamento, nel quadro di programmi stabiliti con gli Stati membri e gli enti locali, per: · la riorganizzazione delle strutture agricole e di silvicoltura, comprese quelle relative alla commercializzazione e alla trasformazione dei prodotti; · la compensazione degli effetti provocati dagli svantaggi naturali sull'agricoltura; · lo sviluppo di attività complementari per lavoratori nel settore agricolo; · lo sviluppo del tessuto sociale delle zone rurali e la conservazione delle risorse naturali.
FONDO DI COESIONE
É un nuovo strumento creato dal trattato sull'Unione europea a favore dei quattro paesi meno ricchi dell'Unione: la Grecia, l'Irlanda,Spagna e il Portogallo. Esso interviene unicamente nel con finanziamento diretto di singoli progetti d'infrastruttura in materia di reti di trasporto e di ambiente.
Uno strumento misto: la Comunità europea del carbone e dell'acciaio
Istituita dal primo trattato della Comunità (1951, trattato di Parigi),la CECA concede, in particolare,dei prestiti, sovente con abbuono d'interessi, diretti a favorire la riconversione delle regioni vittime della ristrutturazione della siderurgia. Con l'avvicinarsi della scadenza del trattato di Parigi, nel 2002, le attività dell'attuale CECA hanno subito una graduale riduzione. Esse potrebbero essere assorbite, a termine, dal Fondo sociale europeo o dalla Banca europea per gli investimenti.
Uno strumento di prestito: la Banca Europea per gli investimenti
La BEI è un'istituzione finanziaria dell'Unione con sede a Lussemburgo.
Obiettivi e caratteristiche
Obiettivo principale degli interventi della Banca è lo sviluppo delle regioni meno favorite. Ad esso vanno aggiunti il miglioramento della competitività delle imprese, il sostegno alle PMI, la realizzazione delle reti europee di trasporto, di telecomunicazioni e di trasferimenti di energia, la protezione dell'ambiente e il miglioramento delle condizioni di vita, la riduzione della dipendenza energetica nonché l'utilizzo razionale delle risorse naturali.
La BEI è un'istituzione finanziaria non avente scopo di lucro,che concede prestiti rimborsabili. Essa si procura le proprie risorse sui mercati dei capitali e effettua prestiti a sua volta alle migliori condizioni possibili. I tre quarti dei prestiti della BEI all'interno dell'Unione europea sono concentrati nelle regioni meno favorite.
I prestiti della BEI coprono, in genere, un massimo del 50% del costo del progetto (escluso il fondo di gestione e la tesoreria). Essi non possono essere concessi né per costituire i fondi propri di un'impresa né per un acquisto di impresa, né in genere per la realizzazione di uno studio. La Banca vigila in particolare sull'affidabilità economica del progetto e/o di chi presenta il progetto.
La BEI partecipa anche alla preparazione delle azioni a finalità strutturali a fianco dei servizi della Commissione europea.
Finanziamenti attraverso prestiti individuali
Gli operatori possono rivolgersi direttamente alla BEI solo per i grandi progetti di interesse europeo (oltre 25 milioni di ecu per l'importo totale dell'investimento).
Tassi e durata
I tassi di interesse rispecchiano rigidamente il costo dei fondi presi a prestito dalla BEI sui mercati finanziari, tenuto conto della sua qualità di mutuatario a tripla A e non avente fini di lucro. Essi possono essere,a scelta, fissi, rivedibili o variabili. I prestiti sono versati alla pari.La BEI non richiede commissioni di impegno o di gestione, fatta eccezione per un modesto margine per i costi amministrativi. La durata abituale dei prestiti varia da 4 a 18 anni (eventualmente anche più) con un rinvio di rimborso del capitale in funzione delle caratteristiche del progetto.
Divise
La BEI propone dei prestiti o in una sola moneta (fra cui l'ecu o una delle quindici monete utilizzate dalla Banca) o secondo combinazioni di più monete in funzione dei desideri del mutuante e delle disponibilità della Banca.
Rimborso
Il rimborso del capitale e degli interessi avviene, di solito, su base semestrale o annuale costante. I prestiti vengono rimborsati nella o nelle monete versate. In funzione della natura dell'investimento, può essere concesso un rinvio del rimborso del capitale.
Controllo
La BEI svolge un controllo regolare dell'esecuzione dei lavori e, se del caso, delle aggiudicazioni degli appalti. Dopo il completamento del progetto viene presentata una relazione di valutazione interna alla BEI.
Finanziamento nel quadro dei prestiti globali
I piccoli e medi investimenti (pubblici o privati) che non possono essere finanziati attraverso la concessione di un "prestito individuale"possono beneficiare di un prestito concesso nel quadro dei "prestiti globali". Questi si apparentano a linee di credito autorizzate dalla BEI a banche e intermediari finanziari che li rimettono a disposizione sottoforma di prestiti di dimensione più modesta per il finanziamento di investimenti selezionati secondo i criteri della BEI.
Caratteristiche dei prestiti globali a favore delle PMI
I prestiti globali sono concessi dalla BEI a un intermediario per il finanziamento (attraverso prestito o leasing) di investimenti adottati in funzione della loro localizzazione, del settore economico e delle dimensioni del beneficiario finale.
Crescita, competitività e protezione dell'ambiente
Alla vigilia del 2000 l'Europa, scossa alla fine degli anni '80dalla recessione economica e dagli sconvolgimenti politici, aspira a ritrovare la via della crescita, della competitività e dell'occupazione. L'Unione europea, in effetti, deve ritornare ad essere un'area di attrazione di produzione, servizi e investimenti in modo da offrire prospettive disoccupazione durevoli, in particolare per le giovani generazioni.
Questo rilancio è tanto più necessario in quanto l'Unione è divenuta, oggi, il motore dello sviluppo economico per l'insieme del continente europeo.
Un certo numero di studi e di relazioni, "Una politica di competitività industriale per l'Unione europea" (comunicazione della Commissione al Consiglio), individuano gli attuali punti deboli dell'economia europea:la mancanza di investimenti, in particolare nei settori delle tecnologie di punta, dell'ambiente e delle tecnologie dell'informazione; la persistente compartimentazione dei mercati in numerosi settori nei quali la dimensione nazionale non è più sufficiente; le difficoltà di circolazione e di comunicazione che pongono ostacoli ai vantaggi che le imprese si attendono dalla realizzazione del mercato interno europeo.
Emerge da queste analisi che si rende necessaria un'azione concertata e rigorosa condotta a livello dell'Unione. In questa prospettiva, la commissione europea ha proposto, alla fine del 1993, un piano d'azione globale sottoforma di un libro bianco intitolato Crescita, competitività, occupazione- Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo [Libro bianco(1993) edito dall'Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità.
In tal modo viene delineata una politica globale dell'Unione europea che tiene conto al tempo stesso dello sviluppo della ricerca e del progredire della Comunità, della tutela e promozione dell'ambiente, degli investimenti produttivi, della creazione di attività nonché dello sviluppo di reti di comunicazione dirette a rendere più rapida la circolazione di uomini, idee e beni sul suo territorio.
Amira Ashish