Cos’è l’EURO

Attualmente l’Europa si sta preparando ad affrontare una situazione completamente inedita: nei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, infatti, scompariranno le valute nazionali per lasciare spazio ad una nuova moneta unica denominata EURO.

A quel punto, l’Europa sarà in grado di competere pienamente con gli Stati Uniti, il Giappone e il resto delle potenze mondiali.

Sarà la Banca Centrale Europea ad avere le funzioni di emissione della moneta e gestione della politica monetaria europea. Dovrà preoccuparsi della stabilità monetaria per fare in modo che l’euro diventi una moneta competitiva a livello internazionale.

 Motivazioni di una moneta unica

È stata vagheggiata l’idea di un’Europa unita, ma questa non era mai stata messa in atto. Solo in questi ultimi decenni si sta cercando di dare all’Europa un’unione, si non politica, almeno economica e monetaria. Dunque l’euro rappresenta un importante passo per fare in modo che gli europei comincino a sentirsi appartenenti ad una stessa comunità.

Alle origini si era pensato ad un progetto che portasse alla fondazione degli Stati Uniti d’Europa. Ciò avrebbe rappresentato un mezzo per dirimere le occasioni di guerra causate dagli egoismi nazionali, per resistere alla pressione egemonica di Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, nonché per rafforzare l’identità degli europei con una politica economico – sociale basata sull’obiettivo dell’estensione dei diritti del cittadino in tutti i rimanenti paesi.

Il progetto prese forma negli anni Cinquanta, segnati da un’aspra guerra fredda fra USA e URSS, ma si caratterizzò sempre più nella dimensione economica, piuttosto che in quella politico – militare, specie per la resistenza della Francia e del Regno Unito ad ogni limitazione della propria sovranità sulla politica estera.

Oggi si sta cercando, evidentemente, di creare interessi comuni, con un insieme di regole che disciplinano in modo univoco tutti i paesi appartenenti all’UE.

Sicuramente, si è ancora molto lontani dal momento in cui tutte le istituzioni e le politiche si fonderanno in una sola, tuttavia, l’euro è un passaggio fondamentale verso quel momento.

In definitiva, l’unione monetaria rappresenta il completamento del processo d’integrazione economica e finanziaria messa in atto dall’UE, la quale ha già fatto un passo avanti con l’eliminazione delle barriere doganali e delle difficoltà di circolazione in genere fra gli stati membri.

La storia degli Stati Uniti rappresenta un importante esempio del raggiungimento dell’unione monetaria. La difficoltà della nascita della moneta unica in tal paese era dovuta, fra le altre cose, anche alle diverse esigenze degli stati; ad esempio i coltivatori della Louisiana volevano come moneta le balle di cotone.

Con l’introduzione del dollaro non si riuscì a bloccare l’inflazione in Virginia e a ridurre la sua stretta dipendenza dall’oro.

Per finanziare i soldati nordisti , Lincoln e Saolomon furono costretti ad emettere buono del tesoro, i "Greenbacks", che rappresentarono il primo vero tentativo di moneta unica tra il 1861 e il 1865.

Solo nel 1914, quando, dopo il "crack" finanziario, Wilson diede origine alla prima Banca Centrale, si arrivò ad avere il dollaro come moneta unica.

Un altro esempio storico di moneta unica di può trovare nell’imposizione del sesterzio da parte dei Romani nei paesi da loro conquistati. Tale moneta unica non fu però adottata per libera scelta, ma piuttosto per obblighi politici e di conquista.

 Storia dell’EURO

Si discute sul progetto di una moneta unica dal 27 marzo 1957, quando fu fondata la Comunità Economica Europea, composta da Italia, Francia, Germania Occidentale, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Con il passare degli anni tale necessità appariva sempre più chiara e fu così che vene intrapreso seriamente il processo di unificazione monetaria che oggi sta per concludersi.

Negli anni successivi al 1957 altri paesi si sono aggiunti alla comunità, fino a raggiungere il numero attuale. L’1/07/1968 vennero eliminate le barriere tariffarie tra i paesi membri e venne istituita una tariffa doganale comune. Il 13/03/1979 nacque il Sistema Monetario Europeo (SME), mentre nel 1986 venne stipulato il cosiddetto Atto Unico, il quale rappresentava l’avvio del processo verso un mercato unico europeo. A questo atto seguirono altri trattati, come il "Rapporto Delors" nel 1989, il quale fissava tre fasi per la creazione dell’unione economica e monetaria. Nel 1992, venne stipulato forse il trattato più importante per l’introduzione della moneta unica: il Trattato di Maastricht. L’1/01/1993 prese avvio il mercato unico integrato, l’1/11 dello stesso anno nacque l’IME (Istituto Monetario Europeo). Nel 1995 a Madrid venne deciso il nome della moneta unica, che è appunto EURO. Da allora si sta lavorando per fare in modo che questo unione monetaria possa giovare a tutti i paesi e si stanno cercando le condizioni più convenienti per le varie economie nazionali.

 Trattato di MAASTRICHT

Il Trattato di Maastricht è stato firmato il 7/02/92. Tale trattato ha stabilito quali sono i parametri in base ai quali giudicare l’ammissione di un membro UE all’unione monetaria.

I principi di convergenza prevedono che un Paese dovrà possedere:

Per quanto riguarda l’Italia, essa risponde per il momento in maniera positiva a quasi tutti i requisiti. Inoltre, l’Italia rientra tra quei paesi che si sono impegnati a farsi esaminare sul tasso effettivo e non solo su quello previsto.

Questi sono i criteri di base, tuttavia un Paese per essere ammesso non deve rispondere necessariamente a tutti i criteri indicati, in quanto in sede di decisione la Commissione e l’IME (Istituto Monetari Europeo) valuteranno anche altri elementi. Allo stesso tempo, un Paese che possiede tutti i requisiti inerenti ai cinque criteri sopra citati non potrà essere sicuro di essere ammesso, appunto perché devono essere presi in considerazione anche altri elementi.

 Futuro dell’EURO

Prima di arrivare a dichiarare concluso il processo di unione monetaria sono necessarie ancora alcune tappe fondamentali.

Attualmente, è in svolgimento una delle tre fasi, cioè quella che terminerà nel 1999 ed è destinata alla preparazione tecnico – organizzativa e alla verifica dei Paesi che effettivamente hanno rispettato i principi di convergenza stabiliti con Maastricht e che potranno quindi partecipare al progetto sin dall’inizio.

La seconda tappa, che si concluderà il 31/12/2001, sarà caratterizzata dall’emissione, nei paesi membri ammessi, di titoli del debito pubblico, dei pagamenti di merci all’ingrosso in euro. Durante questa fase, detta fase di coesistenza (o di transazione), l’euro non circolerà quindi quale moneta a tutti gli effetti ma sarà una "moneta scritturale", non potrà essere usata per le transazioni in contanti, ma sarà possibile utilizzarla solamente come moneta bancaria, cioè unità di conto, e per le operazioni bancarie trasnazionali all’interno dell’Unione Europea. In questa fase, inoltre, si dovranno determinare i tassi di conversione, che saranno destinati a rimanere fissi così che, dal punto di vista tecnico, le monete nazionali diverranno "denominazioni temporanee non decimali dell’euro".

Le banche dovranno fornire gratuitamente tutti i servizi necessari per dare applicazione alle operazioni obbligatorie previste. Gli unici obblighi previsti nella fase di transazione si riferiscono al sistema di pagamenti interbancari in euro e alla conversione del debito pubblico sempre in euro, ovviamente.

Da tutte queste premesse appare evidente che la fase di coesione dovrà essere caratterizzata dalla massima flessibilità e trasparenza. Proprio a questo scopo le banche dovranno mantenere sempre informati i risparmiatori sulle modalità di svolgimento della conversione.

L’ultima fase porterà definitivamente al completamento del processo di sostituzione, in quanto saranno emesse le banconote e le monete in euro. La coesistenza tra le vecchie valute e la nuova moneta unica terminerà l’1/07/2002, infatti, da questa data le banche dovranno preoccuparsi di ritirare le valute nazionali. Solo allora di potrà parlare di unione monetaria unica in un mercato unico. Tale unione verrà gestita solo dalla Banca Centrale Europea che non dovrà prendere in considerazione i governo nazionali. Tutto questo non presupporrà, però, un orientamento politico comune, ogni paese manterrà il proprio.

 Vantaggi dell’EURO

 Svantaggi dell’EURO

 Confronto tra vantaggi e svantaggi

L’introduzione dell’euro nei paesi membri dell’UE come moneta unica, comporterà certamente benefici, i quali potrebbero essere seguiti da situazioni solo apparentemente svantaggiose.

Ad esempio, l’eliminazione dei costi di transazione ha come conseguenza la perdita di lavoro dei cambiavalute e quindi un aumento della disoccupazione, tuttavia, allo stesso tempo, nel lungo periodo di avrà maggior lavoro per i negozi di numismatica. Le software – house avranno dei problemi nella riorganizzazione di tutti quei pacchetti applicativi che comprendevano le valute e, in particolare, di quei software finalizzati a tenere le contabilità aziendali. Per svolgere tale lavoro d’altronde le imprese di software avranno bisogno di maggior personale.

 Differenze tra EURO ed ECU

Con la sigla "ECU" si intende European Currency Unit (unità monetaria europea), essa identifica quindi il cardine del sistema monetario europeo. Tale valuta fu introdotta nel 1979 per proteggere l’Europa da possibili improvvise fluttuazioni valutarie. L’ECU racchiude in sé tutte le valute nazionali degli stati aderenti all’UE, ognuna di esse ha una quota fissata in base alla forza economica del paese a cui appartiene. Il valore di tale moneta varia in ciascuna valuta in rapporto al variare di quest’ultima rispetto ad esso.

La differenza fondamentale fra ECU ed EURO sta nel fatto che mentre l’euro sarà una moneta a tutti gli effetti, l’ecu è una moneta scritturale, che è già simbolo dell’Europa Unita, ma solo come moneta di conto che non può sostituirsi alle valute nazionali e non può essere emessa da alcuna istituzione. In ogni caso, è stato reso noto il rapporto di cambio che intercorrerà fra ECU ed EURO: sarà di 1 a 1. Il tasso di conversione dovrà essere composto da sei cifre significative e dovrà riferirsi sempre ad un euro.

 Nuovo tipo di monete

Le monete saranno da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 centesimi di euro (eurocent) e da 1 e 2 euro. In tutti i paesi circoleranno monete con una faccia uguale agli altri paesi membri e un’altra che dovrà essere scelta dalla nazione. In Italia, p stata scelta la faccia di Dante Alighieri per la moneta da 2 euro, "L’uomo perfetto" di Leonardo per quella da 1 euro, la Venere di Botticelli per quella da 50 centesimi e, infine, il Colosseo di Roma per la moneta da 5 centesimi.

Le banconote saranno da 5, 10, 20, 50, 100, 200, 500 euro. Saranno di tanti colori ai quali sarà associato un determinato valore; sullo sfondo, a differenza delle monete, saranno tutte uguali e riporteranno immagini che di riferiscono a porti e archi ideali dell’Europa. Inoltre, è da notare il fatto che le banconote indicheranno le cinque sigle della Banca Centrale Europea e per essere riconosciute anche dai non vedenti avranno i numeri in rilievo.

Cambiamenti da attuare nelle politiche economiche dei paesi membri

La politica monetaria dei paesi che introdurranno nel loro sistema economico l’euro non sarà più libera ma dovrà rapportarsi a quella degli altri Paesi e dovrà mirare sempre a mantenere una moneta solida, poiché è da lì che inflazione bassa e basso costo del denaro traggono origine.

La storia degli Stati Uniti rappresenta un importante esempio del raggiungimento dell’unione monetaria. La difficoltà della nascita della moneta unica in tal paese era dovuta, fra le altre cose, anche alle diverse esigenze degli stati, ad esempio i coltivatori della Luisiana volevano come moneta le balle di cotone. Con l’introduzione del dollaro non di riuscì a bloccare l’inflazione in Virginia e a ridurre la sua stretta dipendenza dall’oro.

Per finanziare i soldati nordisti, Lincoln e Salomon furono costretti ad emettere buoni del tesoro, i "Greenbacks", che rappresentarono il primo vero tentativo di moneta unica tra il 1861 e il 1865.

Solo nel 1914, quando, dopo il "crack" finanziario, Wilson diede origine alla prima Banca Centrale, si arrivò ad avere il dollaro come moneta unica.

Un altro esempio storico di moneta unica si può trovare nell’imposizione del sesterzio da parte dei Romani nei paesi da loro conquistati. Tale moneta unica non fu però adottata per libera scelta, ma piuttosto per obblighi politici e di conquista.

 EURO e imprese

In linea generale, si può affermare che con l’unione monetaria le imprese trarranno più benefici che svantaggi. Essi, infatti, avranno una contabilità semplificata (specie le imprese che hanno rapporti anche con l’estero), si vedranno eliminare le spese per la copertura dei rischi di cambio e le commissioni valutarie, il mercato monetario e quello finanziario saranno più ampi e disporranno di maggiore liquidità.

Anche le imprese, però, andranno incontro a dei rischi, poiché:

L’impresa che dovrà lavorare in Europa del 1999, e ancor più quella che dovrà lavorarvi dal 2002, dovrà imparare ad allargare i propri orizzonti. Dovrà cercare di rendersi più competitiva, acquisendo una mentalità più flessibile in grado di adattarsi al mercato europeo, ovviamente assai più ampio di quello nazionale. In considerazione di ciò, l’impresa potrebbe valutare una riorganizzazione della sua rete di vendite. L’introduzione al mercato europeo darà luogo ad una riduzione degli intermediari e sarà possibile sviluppare nuovi metodi di distribuzione, come marketing diretto, commercio elettronico, canali multimediali, alleanze, … L’azienda, inoltre, maggiormente competitiva, dovrà rivalutare anche il fattore umano, facendo frequentare al proprio personale corsi di informazione. Dovrà perciò realizzare un progetto per coordinare tutte le diverse funzioni aziendali, mirante principalmente a:

Con l’introduzione dell’euro le imprese saranno sicuramente avvantaggiate nell’approvvigionamento di risorse all’estero, ma trarranno dei benefici anche dal fatto che tra i fornitori aumenterà la concorrenza perciò esse, in qualità di acquirenti, si vedranno proporre prezzi più bassi.

Le imprese dovranno poi preoccuparsi di dar vita a importanti campagne pubblicitarie indirizzate a rendere familiari ai consumatori i prezzi ridenominati. Inoltre, entrando nel mercato europeo le imprese si troveranno di fronte anche clienti diversi, con esigenze differenti. Per questo si può affermare che l’euro offrirà la possibilità di modificare i propri prodotti e magari di produrne di nuovi, in particolare modo durante la fase di transizione.

 Opzioni per le imprese

A partire dal 1999 inizierà la cosiddetta fase transitoria durante la quale le valute nazionali saranno affiancate dall’euro sotto forma di moneta scritturale, unità di conto.

Le aziende avranno la possibilità di decidere, in piena libertà, l’alternativa che preferiscono riguardo la valuta da usare per le loro operazioni:

 Criteri di convergenza

Nel definire il progetto di Unione Economica Monetaria, si ritenne necessario delineare un percorso di convergenza, in grado di costringere gli Stati che aspiravano a partecipare all’Unione ad arrivare ad essa con i "conti in ordine". Naturalmente, è necessario che i conti siano mantenuti in ordine anche dopo che sarà completata l’Unione Monetaria. In proposito, il Trattato di Maastrich aveva già formulato il requisito di "sostenibilità" della Finanza Pubblica; negli anni successivi all’introduzione dell’euro tale requisito dovrà permanere e sarà garantito del "Patto di Stabilità".

I parametri di convergenza previsti dal Trattato di Maastricht sono i seguenti: