Cambisti a parte, all’interno delle banche ci sono aree professionali più interessate di altre all’eurocambiamento e più direttamente coinvolte nella formazione necessaria per affrontarlo nei tempi strettissimi che restano. Le maggiori banche assicurano che tutto sia sotto controllo. Il San Paolo di Torino, per esempio, ha investito 100 miliardi nel suo Progetto euro, che include un’operazione di formazione con il coinvolgimento di tutti i 20mila dipendenti. Bnl ha speso 150 miliardi: l’adeguamento informatico è stato seguito da un pool di 150 persone, senza contare gli esperti messi a disposizione dei fornitori. Il gruppo Intesa, che ha destinato all’appuntamento con l’ euro 250 miliardi, dallo scorso ottobre effettua test e simulazioni durante il fine settimana.

Addetti allo sportello

Se, per esempio, per gli addetti allo sportello può essere sufficiente un’informazione generale sui mutamenti portati dal vento dell’euro e sul modo corretto di confrontare un mutuo in lire con un finanziamento nella divisa europea (dal 2002 saranno tutti così) oppure spiegare cosa cambierà dal ’99 sul mercato dei titoli di Stato, ben diversa è la preparazione richiesta agli operatori dell’area finanza e private banking.

Si calcola che almeno il 60-70% di loro dovrebbe frequentare corsi di approfondimento di grado specialistico per non trovarsi spiazzato di fronte alla clientela. E lo stesso dovrebbe avvenire per chi si occupa di sistemi di pagamento.

Ogni banca dovrebbe aver istituito, perciò, circa 30 tipi di corsi diversi, tra formazione di base, quella dei tutor, degli addetti al front line, dei responsabili di servizi, degli operatori di funzioni specifiche e degli specialisti del private e del corporate nel giro di un anno.

A scendere in campo in prima persona è stata la stessa Abi, con un "Programma di formazione di base" all’interno del Progetto Emu, che ha l’obiettivo ambizioso di portare le nozioni e le informazioni generali sull’euro a tutti i dipendenti bancari italiani, impegnati dagli accordi comunitari a rappresentare un tramite con la clientela per fornire chiarimenti e informazioni sulle conseguenze della moneta unica sulle operazioni finanziarie.

Tutti gli istituti con più di 500 dipendenti possono avere un proprio tutor, mentre le banche minori devono affidarsi alle federazioni regionali nel caso delle aziende di credito cooperativo oppure ad altri istituti di formazione. I primi corsi sono partiti nel settembre scorso, a un ritmo di due cicli a settimana, per un totale di 300 eurotutor.

Marketing

Tutti i prodotti bancari del vicinissimo futuro devono essere impostati in Euro e ridisegnati per essere confrontabili e competitivi con offerte analoghe in arrivo da altri istituti europei.
Già nel ’99 bisogna presentare i nuovi prodotti e aggiornare — ovvero tradurre in euro — tutti i precedenti, mentre tra il 2000 e il 2001 si dovrà aggiornare e promuovere solo le offerte della nuova generazione, e continuare a presentarle al pubblico dal 2002 in poi.