Dal 1° gennaio 1999 tutte le operazioni "estere" di natura finanziaria verso i Paesi della zona euro diventano "residenti". Le sale cambi finora deputate a gestire le transazioni nelle diverse valute europee, potranno lavorare soltanto sul rapporto delleuro con dollaro, yen, sterlina inglese, franco svizzero e le valute minori. Per il cambio di banconote e monete non dovrebbero dunque più essere pagate commissioni valutarie: aiuta a capire l'importanza della novità l'esempio (più volte citato) di chi, partendo con un milione di lire da Roma e viaggiando in tutte le capitali europee, alla fine del giro si ritroverebbe con un importo dimezzato senza nemmeno fare alcun acquisto.
Il condizionale - dovrebbero non essere più pagate - ha però una sua spiegazione. Prima della nascita delleuro, chi si recava in banca per comprare o vendere franchi francesi o marchi tedeschi contro lire italiane lo faceva sulla base di quotazioni che, rispetto a quelle ufficiali, incorporavano un differenziale (o spread) anche consistente, grazie al quale la banca si tutelava dal rischio di cambio e costruiva parte del proprio guadagno (cambio "denaro" e cambio "lettera"). In aggiunta veniva pagata una commissione, variabile da banca a banca, per il servizio (trasporto, assicurazione, cambio fisico delle banconote).
Scomparsa lincertezza del cambio il 31 dicembre 1998, sono arrivate le sorprese nei primi giorni del nuovo anno. In Italia lAbi ha indicato - come tetto massimo - una commissione di 5mila lire e/o una percentuale dall1 al 3% sullimporto delloperazione per i costi del servizio e alcune aziende di credito hanno disinvoltamente scelto il livello più alto (ma lo stesso è capitato, ad esempio, in Germania): paradossalmente, in certi casi, pur comprendendo il rischio di cambio, lonere risulta più basso per cambiare dollari o sterline. Quasi una beffa per i cittadini di Eurolandia. Contro il caro-cambi da Bruxelles si sono fatti sentire i commissari italiani Emma Bonino e Mario Monti; anche il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, condividendo le preoccupazioni dellopinione pubblica, ha invitato i vertici dellAbi a intervenire presso il sistema bancario per unazione moderatrice sui cambi e sui bonifici transfrontalieri.
Secondo Mario Monti è importante che le banche spieghino con chiarezza
tutti i costi associati all'operazione di cambio, inclusi quelli che un tempo erano
"nascosti nello spread" tra valore d'acquisto e di vendita, ora invece unificato
nel rapporto fisso. La trasparenza nelle commissioni dovrebbe portare una ulteriore
pressione al ribasso, dato che i consumatori sono per la prima volta in grado di comparare
i costi. Monti ha invitato le banche "a soppesare i benefici finanziari di breve
periodo nell'aumentare le commissioni di conversione con i danni di lungo periodo per i
singoli istituti creditizi e per il sistema bancario nel suo complesso in termini di
credibilità e di fiducia dei consumatori". Nelle prossime settimane si vedrà se
questi "appelli" saranno stati recepiti. Intanto, comunque, i risparmiatori
possono convertire senza spese le banconote estere dellarea euro presso gli
sportelli provinciali della Banca dItalia fino a un controvalore di 3 milioni di
lire (gli uffici della Banca dItalia non cambiano invece le lire nelle valute euro).