L’impatto dell’euro si farà probabilmente sentire fin dal 1999 per le imprese che già presentano un certo grado di apertura verso l’estero e che operano sui mercati finanziari internazionali, dal momento che l’euro costituirà moneta scritturale per le transazioni finanziarie fin dall’avvio della fase transitoria.

L’adozione dell’euro produrrà un impatto rilevante sulle attività relative alla ricerca e all’impiego di risorse finanziarie e sulla gestione della liquidità dei pagamenti. Si tratta di attività svolte da tutte le aziende indipendentemente dalla dimensione, anche se spesso nelle piccole e medie imprese non esiste una funzione finanziaria autonoma.

Come abbiamo accennato in precedenza, dopo l’introduzione dell’euro assisteremo allo sviluppo di mercati finanziari più vasti e caratterizzati da una maggiore liquidità. Il nuovo scenario dovrebbe aumentare le possibilità di diversificazione e favorire lo sviluppo di nuovi metodi di finanziamento, offrendo l’opportunità di ampliare la base di investimenti in Europa.

Il passaggio all’euro:

Alcune banche stanno preparando servizi integrati per assistere le imprese loro clienti nella transizione all’euro.

Dal 1°gennaio 1999 il rischio di cambio sulle transazioni tra Paesi aderenti all’Unione Economica Monetaria sarà completamente eliminato. I tassi di cambio tra valute nazionali ed euro saranno infatti irreversibilmente stabiliti. Durante il periodo transitorio le valute nazionali manterranno corso legale, rappresentando solo differenti denominazioni dell’euro.

Con l’emissione delle banconote e delle monete in euro, che avverrà a partire dal 1° gennaio 2002, comincerà il ritiro delle valute nazionali e l’euro acquisterà corso legale a tutti gli effetti.

L’esposizione al rischio di cambio si limiterà quindi alle valute extra-UEM, in particolare dollaro e yen.

La riduzione del rischio di cambio, legato alla diminuzione del numero di transazioni in valuta estera, si tradurrà in risparmio per le aziende: