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Ugo
Foscolo Il contesto |
Il Foscolo viene unanimemente ritenuto un
“grande” della letteratura italiana perché chiude l'epoca del classicismo
settecentesco e inaugura la nuova età romantica, con risultati di altissimo
livello letterario (soprattutto nel carme Dei
sepolcri e in alcuni sonetti, giudicati fra i migliori in assoluto della
nostra letteratura). Molte sue concezioni sono presenti, per essere accettate o
respinte, negli altri due “grandi” del primo Ottocento italiano (Leopardi e
Manzoni) e in molti minori; le sue opere e la sua stessa vita hanno
rappresentato un modello per decenni.
Lo stile poetico, in particolare, presenta a volte
spunti di modernità tali che ne ritroviamo traccia anche in lirici del
Novecento, come i cosiddetti “poeti ermetici”: Foscolo costituisce dunque un
punto di riferimento nella grande tradizione della poesia lirica italiana che
parte da Petrarca e giunge fino ai giorni nostri. Questa tradizione ha suscitato
in ogni epoca numerosi imitatori in tutta l'Europa, in particolar modo
nell'ambito delle culture neolatine.
Ugo Foscolo vive in un'epoca di profondi contrasti: durante la sua esistenza scoppia la rivoluzione francese (1789: il poeta è un adolescente undicenne) e si verificano i grandi sconvolgimenti delle guerre napoleoniche che hanno spesso per teatro la penisola: infine, egli assiste alla sconfitta di Napoleone e al ritorno degli Austriaci in Italia (e cade sotto il loro dominio anche la sua patria, Venezia). Quando, da ragazzo, il Foscolo costruisce la propria formazione culturale, il pensiero predominante è quello illuministico, la cui principale espressione è la celebre Enciclopedia di Diderot e D'Alembert (la pubblicazione dei volumi, iniziata alla metà del Settecento, è appena terminata quando Foscolo nasce). Egli assorbe soprattutto le tesi della corrente atea e materialistica; in campo politico, simpatizza apertamente per i rivoluzionari.
Mentre il Foscolo è ancora giovane, in Europa si
diffonde la nuova corrente romantica.
Il Romanticismo
Nell'ultima parte del Settecento già appaiono
movimenti che anticipano la sensibilità romantica: il principale ha nome Sturm
und Drang (“Tempesta e assalto”) e si sviluppa in Germania. La
denominazione di tale movimento è sufficiente per metterne in luce le
caratteristiche opposte alla pacata razionalità degli Illuministi e
all'ammirazione per l'equilibrio e l'armonia caro ai Neoclassici.
L'origine del vero e proprio Romanticismo europeo
viene fatta risalire alla pubblicazione della rivista tedesca Athenaeum,
attorno all'anno 1800. Vi ritroviamo i temi tipici del movimento: esaltazione
del sentimento, del patriottismo, della religiosità nelle forme eroiche e
mistiche tipiche del Medioevo, senso del mistero, profondo individualismo e
ammirazione per la libertà e il coraggio, tendenza alla malinconia e al
pessimismo, opposizione al gusto neoclassico.
Ecco, in libera traduzione, uno stralcio della
celebre Ode al vento dell'ovest,
dell'inglese Percy Bisshe Shelley, che bene esemplifica pensiero, valori, gusto
e stile dei Romantici europei. Nell'ode, il vento è
(...)
Fossi io una
foglia che trasporti, o vento,
fossi una nube
che segue il tuo volo
fossi un'onda
gonfiata dal tremendo
tuo soffio: e
fossi anch'io potente, solo,
libero come te,
che mai nessuno
ha incatenato!
Un tempo, vagabondo,
correvo e ti
seguivo lungo il cielo:
tu percorrevi a
passi azzurri il mondo
e sognavo di
starti al fianco. Ma ora
sanguino fra le
acute spine, stanco:
ti prego,
alzami, vento, come un'onda
o una foglia, o
una nuvola! Io gemo,
da una catena
d'ore imprigionato,
io che ero come
te: orgoglioso e libero,
come te:
coraggioso e mai domato.
In Italia il Romanticismo si diffonde tardivamente e
in forme più moderate: la principale rivista romantica, il Conciliatore di Milano, sarà pubblicata, dopo la partenza di
Foscolo per l’esilio, solo per due anni (1818-1819) e verrà poi soppressa
dalle autorità austriache per i suoi orientamenti favorevoli all'indipendenza
del Lombardo-Veneto da Vienna: alcuni redattori, fra cui Silvio Pellico, saranno
arrestati e incarcerati.
Il più importante teorico del Romanticismo nella
penisola può essere considerato il milanese Giovanni Berchet il quale, nella Lettera
semiseria di Grisostomo, mette in luce le caratteristiche assunte dalla
corrente in Italia: decisa polemica contro il Neoclassicismo, ma anche
atteggiamento aperto alla riflessione, che esprime più una distinzione che una
polemica nei confronti degli Illuministi. D'altronde, spesso, Romantici e
Illuministi italiani collaborano in politica, in nome degli ideali dell'unità
della nazione e della lotta all'assolutismo, impostovi dall'Impero austriaco.
Fin dalle prime opere, Ugo Foscolo accoglie molte
tematiche romantiche (innanzitutto, l'importanza del sentimento e dell'amore, la
tendenza alla malinconia, il gusto del notturno, il tema dell'eroe perdente e
della nostalgia per la morte) ma non può o non riesce a fondere il nuovo
pensiero, di ispirazione spiritualistica e religiosa, con i suoi punti di
partenza materialistici e illuministici: le due concezioni convivono perciò in
lui,
Il Neoclassicismo, che influenza la seconda metà del Settecento, è particolarmente apprezzato dal Foscolo, nato in un'isola greca (seppure appartenente a Venezia). Il richiamo ai miti della Grecia è in lui sempre intimamente legato al ricordo della terra natia e della madre greca (in un celebre sonetto, il poeta chiama Zante materna terra). L'affinamento della capacità di scrivere in stile neoclassico è facilitato, nel Foscolo, dalla vicinanza col Monti, che egli, ventenne, frequenta personalmente a Milano (nella stessa città e nello stesso periodo conosce il Parini,, esponente dell'Illuminismo cristiano, che egli ammira per la sua dirittura morale).
Il Foscolo non riesce ad armonizzare le contrastanti
spinte della ragione e del sentimento che si fanno guerra in lui: nel sonetto in
cui traccia il proprio autoritratto, egli scrive:
Cauta in me
parla la ragion, ma il core,
ricco di vizi e di virtù, delira (...)
In questo contrasto interiore si rispecchia anche il
conflitto fra due epoche: il Settecento illuminista, che esalta la ragione e
guarda con diffidenza ai sentimenti, e l'Ottocento romantico, che invece si
affida al cuore anche nelle spinte più “deliranti”, disprezzando la
ragione. Nel Foscolo e nei suoi testi, due metà insopprimibili dell'essere
umano appaiono continuamente in contrasto, costringendolo a vivere in perenne
angoscia, al punto da fargli sentire dentro di sé “ruggire” (come egli
scrive in un sonetto) uno spirto guerrier,
un senso di conflitto interiore che non trova mai pace. Spesso accadono
esperienze di questo genere a scrittori molto sensibili che vivono, come il
Foscolo, in età di transizione (non a caso, fra i poeti, egli predilige il
Petrarca).
Essendo il pensiero dello scrittore, per sua stessa
ammissione, ricco di contraddizioni e mai espresso in modo sistematico, le idee
fondamentali vanno ricercate nelle sue opere, peraltro spesso influenzate da
quelle degli autori che egli legge o frequenta. Ne emergono queste concezioni di
fondo:
- La formazione giovanile del Foscolo è
illuministica e ateo-materialistica: egli concepisce quindi l'universo come un
ciclo eterno e infinito di trasformazione al cui interno l'individuo umano, che
ignora le ragioni del suo esistere, è destinato a dissolversi nel nulla dopo la
morte, senza poter dare risposta ai grandi interrogativi sul senso della vita.
L’autore scrive, nell'Ortis: Io
non so né perché venni al mondo, né come, né
- La vita appare all'autore come un viaggio nel mare
in tempesta, fra angosce tormentose, il cui approdo sarà la morte, vista
romanticamente come porto di quiete.
- Il cuore cerca costantemente ragioni per vivere:
l'amore, la ricerca della bellezza, l'ideale patriottico... La spietata analisi
della ragione rivela che tali valori sono illusioni, ma solo essi danno un senso
all’esistenza. Si parla perciò, a proposito del pensiero del Foscolo, di una
“religione delle illusioni”.
- La più grande illusione riguarda la sopravvivenza
individuale alla morte: secondo questa illusione, l'uomo in qualche modo
continua a vivere se, avendo bene operato, potrà essere ricordato dalle persone
care o, come è accaduto ai grandi Italiani, da un intero popolo. I sepolcri e
la poesia hanno anzitutto la funzione di salvare la persona dalla dimenticanza
cui la condannano la morte e il tempo che tutto cancella (è questa la funzione
eternatrice della poesia). L'uomo che opera per il bene (il Parini spesso ne
diventa simbolo esemplare), svolge inoltre una funzione civilizzatrice e
rappresenta un esempio da imitare per gli individui e i popoli, per la quale
viene ricordato con gratitudine.
-Non si può parlare di un'evoluzione del pensiero di
Foscolo se non con riferimento al graduale abbandono dei toni più tragici,
espressi nell'Ortis. Molte novità
tematiche contiene inoltre la sua ultima opera incompiuta, Le Grazie: in essa l'autore sottolinea il pericolo derivante
all'uomo dalla sua natura, spesso preda di istinti violenti e passioni amorose
incontrollate, e indica nei valori della bellezza (che si incarna soprattutto
nell'arte) e della bontà il rimedio contro questi mali. Le Grazie, cioè il
bene e la bellezza, guidano l'uomo al raggiungimento dell'equilibrio interiore e
alla conquista dei valori più alti: l'amore coniugale e familiare, la fiducia
reciproca, la solidarietà, l'amicizia, rimedi alle sofferenze della vita. E’
evidente