8. I continenti extraeuropei fra le due Guerre

Di Cristian Scuratti

Il sistema coloniale europeo, dopo la prima Guerra mondiale, entra in crisi e diminuiscono gli scambi e i modesti vantaggi di cui godevano le colonie.

L’Inghilterra, per non perdere il controllo delle proprie colonie, intraprende una politica di concessione della autonomia; nel 1931 crea il Commonwealth, un’associazione di colonie britanniche.

L’impero turco entra in crisi e la penetrazione occidentale è favorita, ma il generale Mustafa Kemal, per arginare questa crisi, si pone a capo di un movimento nazionalista, che suscita la nascita della Repubblica turca nel 1923.

Con il mandato della Società delle Nazioni, alla Francia e all’Inghilterra viene imposto il rispetto dei diritti delle popolazioni colonizzate in Medio Oriente. La Gran Bretagna, in tale settore, assume un atteggiamento riformista, per evitare ulteriori scontri con il nazionalismo arabo. In Palestina, i colonialisti europei cercano di evitare i conflitti tra Arabi ed Ebrei attraverso un controllo rigido e severo.

In India, l’Inghilterra cerca di alternare la repressione al riformismo, per inserire il territorio nel Commonwealth. Verso il 1920-1930 emerge la figura di Gandhi, che promuove la lotta per l’indipendenza attraverso la filosofia della non-violenza ("ahimsa": fare politica dicendo sempre la verità - "satyagraha" - ed escludendo ogni forma di lotta aggressiva nei confronti dell'avversario): il metodo ha molto successo e condurrà infine l'India all'indipendenza.

Il Giappone, tra il 1905 e il 1920, sviluppa la sua industria e diventa così una grande potenza; con la crisi degli anni Venti, l’intervento statale in economia aumenta e il governo giapponese si sposta verso un'ideologia di stampo fascista. Nella seconda metà degli anni Trenta il Giappone invade la Cina e sigla un accordo con Italia e Germania.

In Cina ci sono due tipi di governo: al nord comandano i “signori della guerra”, oppressori delle masse contadine, al sud governa il Kuomintang democratico di Sun Yat-Sen, che sviluppa una politica mirante alla riunificazione del Paese. Nel 1928, riunificato il Paese, dopo la morte di Sun Yat-Sen, si rompe il patto tra Comunisti e Nazionalisti; dopo una serie di scontri, i due schieramenti si alleano per fronteggiare l’aggressione giapponese ma i nazionalisti vengono travolti mentre i comunisti resistono e, infine, giungeranno a prendere il potere sotto la guida di Mao Tze-Tung, conducendo una guerriglia nelle zone contadine. I Nazionalisti si rifugeranno nell'isola di Taiwan ( detta anche Formosa), dove daranno vita a un loro governo, tuttora esistente e protetto dagli Usa.

In America latina, l’influenza degli Stati Uniti è sempre più avvertita, mentre quella europea diminuisce. Con la crescita demografica, si sviluppano l’industria e il ceto medio urbano; in politica, al comando ci sono sempre ristrette oligarchie. Il Messico, nel 1917, diventa una democrazia in seguito a una rivoluzione capeggiata da Emiliano Zapata e Pancho Villa e raggiunge l’autonomia grazie ad uno sviluppo industriale e alla nazionalizzazione delle risorse energetiche. Seguono l’esempio del Messico altri Stati come Cile, Brasile e Argentina.