19. L'Italia nell'ultimo ventennio
Di Matteo Ilardi
Negli anni Ottanta, termina in Italia l'emergenza degli "anni di piombo" dominati dal terrorismo.
L'economia italiana interrompe la sua crescita a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, quando la politica italiana è determinata dall'accordo tra Dc e Psi. Le elezioni del 1992 segnano una crisi di un intero sistema politico,e in particolare della Dc e del Psi di Craxi. Il peso politico della sinistra si indebolisce anche in seguito alla scissione del Pci in Pds e Prc.
L'unica formazione politica che beneficia di questa crisi è la Lega Nord, che inizialmente propone la secessione della parte più sviluppata dell'Italia.
Un altro colpo alla situazione politica viene dato dalla magistratura italiana che in questo periodo, tramite l'operazione"mani pulite", mostra quanto il potere politico sia corrotto (è lo scandalo detto"tangentopoli").
Dopo un biennio di ripresa economica sotto il governo di Ciampi, si arriva a nuove elezioni dopo la riforma della legge elettorale in senso maggioritario e uninominale; queste elezioni vedono dissolversi la DC e i sicialisti ed affermarsi il centro-destra con a capo Berlusconi, leader della nuova formazione politica di ispirazione liberale, "Forza Italia". Il suo governo, però, dopo pochi mesi cade a causa dell'opposizione frontale della sinistra alla riforma delle pensioni: così nel 1996,con le nuove elezioni, sale al governo il centro-sinistra ("Ulivo"), guidato dal cattolico Prodi e appoggiato dal Pds.
Successivamente altri governi di centro-sinistra, presieduti da D'Alema (Pds) e Amato, conducono l'Italia allo scontro elettorale del 2001, fra centro-destra ("Polo delle Libertà") guidato da Berlusconi, e centro-sinistra guidato dall'ex - sindaco di Roma, Rutelli, leader di un raggruppamento che comprende uno schieramento moderato di centro sinistra (la "Margerita"), il Pds e altre formazioni minori. Lo scontro è vinto dal "Polo delle Libertà".
La ex-Dc, travolta dalle vicende giudiziarie, si presenta divisa fra i due schieramenti. Alleati di Berlusconi sono la Lega Nord, che ha abbandonato il secessionismo e sostiene un radicale federalismo, e Alleanza Nazionale, nata da una convinta evoluzione democratica degli ex-fascisti del Msi; con il centro-sinistra sono schierati, fra gli altri, i Verdi. I cattolici si presentano divisi nei due campi, oltre che in una formazione di centro.
Alle estreme, esterni ai due schieramenti, stanno a sinistra Rifondazione Comunista (che si richiama, pur in un contesto democratico, agli ideali marxisti), a destra il Partito di Rauti, che rifiuta l'evoluzione della maggioranza del Msi in Alleanza Nazionale. A sé è la posizione dei Radicali, che appoggiano Emma Bonino. Gli ultimi due schieramenti non riescono ad entrare in Parlamento.
L'Italia sembra avviarsi molto faticosamente verso quella semplificazione degli schieramenti politici (che li riduce, normalmente, a non più di due o tre blocchi) che caratterizza le moderne democrazie dei Paesi economicamente più avanzati.