□ Nel giardino all’inglese nato alla fine del 700, sull’onda del Romanticismo, c’è un ritorno a una natura quasi selvaggia. Anche qui c’è la mano dell’architetto, ma diversamente da quanto accadeva nel giardino all’Italiana o Rinascimentale, il disegno dell’uomo non deve vedersi.
□ Scompaiono le geometrie dell’arte topiaria e le simmetrie per lasciare spazio a una natura più spontanea, caratterizzata da grandi alberi, ondulazioni erbose, fioriture libere e corsi d’acqua irregolari, in contrapposizione alla fontane, tipiche del giardino all’Italiana.
□ L’ irregolare, ma solo apparentemente casuale distribuzione della vegetazione è spesso accompagnata da percorsi che, muovendosi sinuosamente tra le varie zone vedi ne permettono un piacevole godimento.
□ L’uso di alberi e cespugli, disposti in gruppi o isolati, dalla forma libera, consente una più facile manutenzione rispetto alle forme geometriche ottenute con frequenti potature, tipiche del giardino formale all’italiana.
□ E ’ un giardino romantico che richiede più l’opera del pittore che dell’architetto.
□ Alla concezione rinascimentale che voleva la natura dominata e plasmata dall’uomo si oppone il pensiero degli illuministi che ne vedono la maestra dell’uomo e sognano un ritorno ad essa
□ Le piante e i fiori vengono accostate sia per il cromatismo che per la forma e le dimensioni. Ciò crea, agli occhi del visitatore un forte impatto visivo. Nel verde del prato si inseriscono piante e fiori quasi monocromatici, oppure contrastanti ma sempre complementari per raggiungere un gradevole effetto d’insieme.