Il Giardino antico Giardino italiano Giardino dell'800 Percorso visivo Ringraziamenti

 

Percorso visivo
In questo itinerario è possibile ingrandire le singole immagini
(cliccando su ognuna di esse)

Villa Taranto Isola Bella Villa del Balbianello Roseto Monza Sigurtà Trauttmansdorff

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Villa Taranto
" Il Sogno Aracadico di Capitain Mc Eacharn"

Antonio Neil  Boyd  Mc  Eacharn  Watson  nasce a Garlieston nel 1884 da Malcom Donald Mc Eacharn scozzese e Dame Mary Ann Dalton, austaliana, figlia di J.B. Watson di Benedigo (Victoria) ricco commerciante di carne e uomo politico.
Fa parte dunque di una facoltosa famiglia proprietaria non solo di una compagnia di navigazione, ma anche di miniere di ferro e di carbone  oltre che di vastissimi territori lasciati a pascolo per circa un milione di pecore, la cui lana veniva spedita per nave in Europa.
Questa fortunata condizione sociale gli permette di dedicarsi alle tre grandi passioni dalla sua:
la Botanica ( che allora insegnata a scuola), il Giardinaggio e i Viaggi.
Rientra, quindi in quella ristretta categoria di appassionati gentiluomini del 900 che riescono a fare più volte il giro del mondo (per 7 volte, di cui la prima a 16 anni) alla ossessiva ricerca di nuove e rare specie vegetali da ……… nei propri giardini esclusivi.
Si tratta dunque di pochi “
cacciatori di piante” ammalati di collezionismo botanico che si potevano permettere, grazie alle loro notevoli rendite finanziarie, una passione così stravagante.
Neil  Mc  Eacharn gode sin dall’infanzia di tutto l’agio che la condizione del padre, Sir Malcom, prodigalmente gli permetteva.
L’occasione concreta di misurarsi con i problemi orticoli si presenta al giovane Neil nel 1910 quando, alla morte del padre, dovette risistemare i giardini della dimora paterna di Galloway House.
Avvalendosi della preziosa consulenza di esperti giardinieri e docenti di botanica e giardinaggio, tra cui quella del direttore dei giardini reali di Kew, mister
Raffil, ottiene risultati promettenti.
Ma non del tutto soddisfatto degli esiti conseguiti, a partire dal 1928 il Capitano
Mc  Eacharn, arciere della regina d’Inghilterra e accademico ……, si mette alla ricerca, in Italia, di terreni che si prestassero alla realizzazione di un grande e meraviglioso giardino, in virtù di un clima migliore.
Nel 1931 egli legge un’inserzione  sul
times, mentre  sta viaggiando sull’orient-express che da Venezia, dove possedeva Ca’ Rezzonico, in vendita????
Si chiama La  Crocetta.
Dalla descrizione, sembra il luogo adatto per realizzare il sogno  arcadico tanto atteso, che consisteva nel dar vita ad un giardino botanico che fosse tra i più belli del mondo.
L’acquisto della proprietà della marchese di Sant’Elia va a  buon fine.

Così quella disordinata massa boschiva preesistente si trasforma in un Giardino all’Inglese movimentato però da elementi all’Italiana quali viali, terrazzi, fontane.
Al complesso viene dato il nome di Villa Taranto in memoria di un antenato del facoltoso capitano scozzese, il maresciallo McDonald, nominato Duca Di Taranto da Napoleone.
Quindi, vendute le proprietà in Scozia e a Londra, il Capitano, si accinge a ritrattare la villa e a dare l’avvio ai lavori di costruzione del giardino.
Sin dai primi anni del suo soggiorno sul colle della Castagnola, il capitano aveva avvertito la necessità di avere un collaboratore qualificato cui poter affidare l’attuazione dei lavori nonché la direzione del suo piccolo esercito di giardinieri quasi totalmente non esperti di botanica.
La scelta cade su uno studente di Kew molto promettente,
Henry Cocker, che nel 1934 diviene primo giardiniere di villa Taranto.
Mentre i lavori di costruzione del giardino di villa Taranto prendono avvio, la situazione politica si stava deteriorando in modo irreversibile  fino a scoppiare nella tragedia della
Seconda Guerra Mondiale (1939-1945).
Il capitano è costretto a lasciare l’Italia in gran fretta, non senza aver donato allo Stato  Italiano, nel 1939, i giardinieri e la villa
a condizione che rimanessero privati ed egli potesse goderne l’usufrutto vita natural durante.
Durante la guerra, molte specie pregiate vegetali muoiono o vengono danneggiate.
Ma nel 1946 (dopoguerra) con il ritorno prima di Cocker e poi del Capitano, prendono avvio i lavori di restauro dei giardini.
Preoccupato per il futuro di villa Taranto, Mc  Eacharn dona al governo Italiano la sua proprietà con la sola clausola di potervi rimanere sino al termine della sua vita.
Il 18/04/1964 la morte lo coglie nella veranda affacciata sull’adorato giardino.
Le spoglie del Capitano  riposano oggi nella Cappella dedicata a S. Antonio da Padova. Il piccolo mausoleo venne fatto costruire per esaudire il desiderio del Capitano, di essere sepolto nel suo amato giardino.
L’onorevole
Giulio Andreotti presenziò alla benedizione della cappella nel settembre 1965.
La salma è contenuta in un sarcofago di granito bianco, mentre le vetrate a colori, opere di Paolo Rivetta, raffigurano i fiori che erano più cari al Capitano.

           

 

 

 

 

 

 

Isola Bella
Località : Stresa (vb)
Tipologia di giardino : barocco all'italiana

Il giardino dell’isola bella costituisce uno degli esempi più noti e meglio conservati di giardino Barocco all’Italiana.
In origine l’isola Bella era una brulla scogliera abitata da pescatori e artigiani, denominata fin verso la metà del 600, Isella o Isola Inferiore, in contrapposto all’isola dei Pescatori, detta Superiore.
Il giardino ha assunto la sua forma attuale tra il 1631 e il 1671; i lavori affidati all’inizio all’architetto  milanese Giovanni Angelo Crivelli, presero l’avvio con Carlo III Borromeo che  fece eseguire sopra la conformazione rocciosa, a sud dell’isola, dieci terrazze sovrapposte in forma di piramide tronca, sugli esempi degli antichi pensili di Babilonia e il livellamento del terreno .Alla fine del 1633 anche i muri della Noria ( la torre ottagonale ad occidente dell’isola destinata ad ospitare le macchine  azionate da un cavallo che avrebbero governato il sistema idrico del giardino) giungevano fino alla sommità della volta.
Dopo una fase di stasi tra il 1634 e il 1650, i lavori riprendono nel 1650 sotto la direzione dell’architetto Francesco Castelli , autore  sia per il Palazzo che  per il giardino.
Sotto la sua direzione si costruiscono i parapetti, si ergono guglie e piramidi, cresce il numero di statue destinate ad ornare.
Prima di morire (1652), Carlo III volle dedicare l’isola a sua moglie Isabella D’Adda e la chiamò pertanto Isola  Isolabella, nome modificatosi negli anni successivi nella dizione contratta di Isola Bella.
L’impresa, tuttavia, era ben lungi dall’essere conclusa e toccò a Vitaliano VI terzogenito di Carlo, uomo dinamico, valoroso e colto, il merito di condurla quasi a compimento, con l’assistenza finanziaria dei fratelli Renato e Cardinale Giliberto.
Esso fece condurre i lavori, con appassionata energia, fino al 1670 anno in cui venne inaugurata la nuova Isola Bella.
All’inizio dell’’800, saranno costruite nuove serre, modernizzato il sistema di pompaggio dell’acqua dal  lago (quello seicentesco era stato messo a punto nel 1672 con la consulenza di Gian Maria Mora di Gorzano, idraulico di Papa Clemente IX e il giardino sarà  arricchito di nuove culture esotiche volute da Viataliano IX di Borromeo.

Il Giardino e il suo Simbolismo

Il giardino dell’isola bella  fu costruito in un arco di tempo piuttosto lungo e per integrazioni successive, eppure compiuto secondo un progetto architettonico coerente.
Il nucleo di questo singolare monumento fiorito e costituito da 10 terrazze che formano una spettacolare piramide tronca, con fontane e prospettive architettoniche,  in passato esse  fungevano da scenario per gli spettacoli e le feste che si svolgevano nell’isola.
Palazzo e giardino furono concepiti sin dall’inizio  come un insieme organico.
Tutte le parti che costituiscono il grande complesso, appaiono armonicamente fuse perché con ogni probabilità coordinate da un’unica mente ( il cui nome non è stato ancora accertato).

Il giardino venne ideato come rappresentazione della potenza Borromaica, sublimata dall’idea di trasformare l’isola in un immaginario  vascello di piacere, in placida sosta sull’azzurra distesa del lago.

             

 

 

 

 

 

 

 

Villa del Balbianello
Località : Lenno (CO) - Lombardia
Tipologia di giardino : all'italiana

Edificata per volontà del Cardinale Angelo Maria Durini alla fine del 700 sul sito di un piccolo convento francescano, la Villa del Balbianello sorge sull’estremità di un promontorio boscoso a picco sul lago di Como.
Oggi si presenta  nella veste conferitagli dall’ultimo proprietario, l’esploratore Guido Monzino che l’ha lasciata in eredità al FAI (Fonfo Per L’ambiente Italiano).
Il Giardino è il vero capolavoro costruito su terrazze strappate  alla roccia.
E’ caratterizzato da romantici sentieri e dominato dall’elegante roccia a tre arcate che si staglia nel punto più alto.
Platani, magnolie, lecci, cipressi, glicini accompagnano antiche statue.
E ancora, ciclamini, rododendri, bucaneve, bordure di azalee deliziano la vista.
Siepi di alloro e bosso delimitano, con austero rigore le diverse zone e i tappeti erbosi, secondo la più classica tradizione del giardino settecentesco “all’Italiana”.

       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roseto Monza
Località : Monza - Villa Reale

Il roseto fu aperto nel 1964 per volontà dell’industriale Niso Fumagalli, che l’anno precedente aveva fondato l’Associazione italiana della rosa (AIR), per diffondere la coltivazione e la conoscenza del fiore più amato del mondo.
L’area, posta sul fronte del complesso della Villa reale di Monza, fu disegnata dagli architetti Francesco Clerici e Vittorio Faglia, i quali movimentarono l’ambiente naturale con lievi ondulazioni e con l’inserimento di un laghetto.
In tempi più recenti la paesaggista  Anna Furlani Pedoja , ne ha arricchito la struttura introducendo armoniosi elementi verticali.
Lungo un piacevole percorso è distribuita una serie di zone in cui sono state messe a dimora molte delle 4000 rose, prevalentemente moderne, che sino ad oggi hanno partecipato al concorso annuale indetto dall’AIR.
A loro si è aggiunta anche una buona collezione di rose antiche, disposte lungo la cancellata e sugli archi di un gazebo.

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Parco di Sigurtà
Località : Valeggio sul Mincio (vr)
Tipologia di giardino: all'italiana e all'inglese

C’era una volta un ricco signore di Castiglione delle Stiviere, cittadina  dell’alto Mantovano, che desiderava acquistare un calesse.
A Valeggio sul Mincio, poco distante dalla sua dimora, ce n’era giusto uno che poteva fare al caso suo.
Così partì per iniziare la trattativa.
Il calesse, però, non era ancora disponibile; allora il signore, l’industriale farmaceutico Giuseppe Carlo Sicurtà, nato nel 1898, ne approfittò per dare un’occhiata, nell’attesa, ad una proprietà agricola che era in vendita da cinque anni senza trovare compratori: si trattava del parco di Villa Maffei progettata e costruita in stile classico nel 1693,  su disegno di Vincenzo Pellesina, appartenete alla scuola del Palladio.
Era il 1942 e, di quei tempi, ben pochi potevano permettersi di pensare e simili amenità.
Quel terreno di ben  50  ettari, pur trovandosi vicino al corso del Mincio, era  povero d’acqua, quindi difficile da irrigare.
Eppure Sicurtà, del tutto digiuno di nozioni botaniche, se ne innamorò acquistando non solo la villa e il parco di  600  metri quadrati, ma anche il diritto di pompare l’acqua dal fiume  Mincio per irrigare quel ben di Dio.
Il parco venne aperto al pubblico nel 1978.

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Castel Trauttmansdorff
Lacalità : Merano
Tipologia di giardino: all’italiana, all’inglese, giapponese

Castel  Trauttmansdorff  viene acquistato, semidiroccato, nel 1847 e restaurato in stile neogotico dal Conte Joseph Trauttmansdorff,  originario della Stiria.
Nell’ottobre 1870, l’Imperatrice Sissi lo scelse come residenza invernale, attratta dalla mitezza del clima.
Insieme alle figlie Gisella e Marie Valerie venne sistemata al secondo piano assieme a 102 persone al seguito.
Quando, dopo pochi mesi, i giornali viennesi annunciarono che il secco inverno meranese stava giovando alla malaticcia Marie Velerie, la fama di Merano città di cura si sparse con grande enfasi.
Sissi  si fermò per ben sette mesi e in suo onore, fu costruita una passeggiata panoramica tra le vigne.
Al loro posto, è stato realizzato il più giovane giardino botanico italiano (2001) che si estende per 12 ettari e dove sono rappresentate quasi tutte le specie vegetali  del globo terrestre.
Il giardino, in pendio, è solcato da 6 Km di sentieri che si snodano fra le varie aree in cui sono state messe a dimora ben 500 mila piante.
Nel 2005, Castel  Trauttmansdorff  è stato classificato dall’associazione Grandi Giardini Italiani, il Parco più bello d’Italia.
La gestione del giardino è affidata al Centro di sperimentazione agraria e forestale di Laimburg.