L’800 raccoglie l’eredità dei secoli precedenti che avevano elaborato e definito gli impianti classici e paesaggistici; di conseguenza, nell’ambito dell’arte dei giardini, la prima metà del XIX secolo è caratterizzata da una commistione di stili.
Permangono, infatti, gli elementi geometrici propri del giardino classico che vengono combinati con le libere forme paesistiche; a ciò si aggiunge un rinnovato interesse per le scienze botaniche e, soprattutto, un’attenzione particolare alle essenze esotiche importate.
Il risultato è che nei giardini l’arte topiaria convive con l’utilizzo di specie esotiche coloratissime disposte spesso in modo disordinato.
Ne consegue che l’immagine complessiva degli impianti, supportata dall’eclettismo, risulta spesso poco organica, confusa, impropria e, quasi sempre priva di una vera ed originale visione estetica.
Formale ed informale si scontrano e si accostano.
Non è altro che lo specchio di una società che vive profonde trasformazioni e che è alla ricerca di uno stile che la rappresenti.
Vivace è nell’800 il dibattito tra giardino formale ed informale.
William Robinson, avverso ai giardini geometrici, è vivace sostenitore delle piante autoctone, del ritorno dei fiori, delle piante spontanee e del libero prosperare di queste nel giardino.
Al contrario Sir Reginald Blonfield è convinto che l’impianto botanico debba essere un’opera d’arte, degna della sapiente capacità progettuale dell’uomo.
Seguace delle idee di Robinson, Gertrude Jekyll occupa un posto di particolare rilievo nella progettazione dei giardini per l’uso del colore in quanto si orientò verso impercettibili paesaggi tonali, impiegando colori contigui o affini, creando così stupendi effetti pittorici e favolose macchie di colore.
L’eclettismo rimane il filo conduttore dei giardini botanici sia nell’800 che nel 900, dando vita spesso ad impianti in cui manca, una concezione unitaria, proprio perché i giardinieri si sentivano liberi di utilizzare le più disparate essenze vegetali (indigene o alloctone), ricorrendo agli esempi del passato. Con il paesaggio inglese, infatti, si compie l’ultima grande rivoluzione stilistica del giardino ed inizia un’oscillazione del gusto fra neoclassicismo, pittoricismo ed esotismo.